[cmsms_row data_width=”boxed” data_padding_left=”3″ data_padding_right=”3″ data_color=”default” data_bg_color=”#ffffff” data_bg_position=”top center” data_bg_repeat=”no-repeat” data_bg_attachment=”scroll” data_bg_size=”cover” data_bg_parallax_ratio=”0.5″ data_color_overlay=”#000000″ data_overlay_opacity=”50″ data_padding_top=”0″ data_padding_bottom=”50″][cmsms_column data_width=”1/1″][cmsms_image align=”none” animation_delay=”0″]209|https://www.pierstefanodurantini.it/wp-content/uploads/2018/03/9-Ultrà-roma-1-580×386.jpg|project-masonry-thumb[/cmsms_image][cmsms_text animation_delay=”0″]

…Correte…scappate…arriva lo squadrone…giallorosso! Si potrebbe prendere in prestito questo famoso inno calcistico della Curva Sud dello stadio Olimpico di Roma, per spiegare l’incipit di campionato e di Champion’s League dell’A.S. Roma. Una squadra che ha vinto ben sei partite su sette in campionato e che nella più importante coppa europea ha saputo imporre il suo gioco spettacolare nell’incontro disputatosi a Roma contro i detentori del titolo di Russia e poi a Manchester coi campioni della Premier League inglese.
Intanto nella capitale la febbre sale un po’ ovunque. Perché c’è una gran parte della città che spera e arde di passione nei confronti di una squadra che sembra costruita per raggiungere traguardi tanto ambiti quanto così difficili e complicati da conquistare a queste latitudini e la restante parte che osserva con terrore ai successi della squadra guidata da Rudy Garcia, consapevoli di un confronto che vede i biancocelesti nel ruolo non di attori non protagonisti, ma di semplici comparse e quindi testimoni scomodissimi e disgustati da un possibile ed eventuale trionfo romanista, anche solo in campionato.
Del resto la squadra giallorossa è il frutto di una rivoluzione iniziata quattro anni fa con la vendita dei Sensi al gruppo statunitense proprietario dei Boston Celtics di basket. Compagine abituata quindi a vincere e ad avere funzioni di leadership nella NBA statunitense. Dopo un paio di anni di rodaggio, caratterizzati da acquisti non sempre azzeccati, ma che denotavano una certa voglia di emergere e da una guida tecnica che evidenziava una ricerca di allenatori sicuramente diversi da ciò che proponeva il calcio italiano, vedi Luis Enrique e poi Zdenek Zeman. Personaggi nuovi, ma che soprattutto andavano e vanno in direzione ostinata e contraria rispetto a un certo sistema che ha sempre caratterizzato il calcio italiano. Ecco allora che al terzo anno, forti dell’esperienza acquisita, è giunto nella capitale il giovane tecnico francese che ha saputo trovare la giusta alchimia, ma in primis è riuscito a forgiare un gruppo di calciatori, anche grazie al lavoro costruttivo dei due anni precedenti avari di soddisfazioni, che è consapevole della propria forza. Un manipolo di calciatori giovani e ambiziosi che ha saputo riunirsi in un bel gruppo intorno a capitan Totti. Tutto ciò nonostante un paio di vendite di preziose pedine quali Erik Lamela lo scorso anno e Mehdi Benatia quest’anno, acquistando rispettivamente la freccia nera ivoriana Gervinho e il colosso greco Manolas, che non hanno certo fatto rimpiangere gli ex, anzi.
Insomma a Roma l’aria è cambiata e anche dopo la sfortunata e poco trasparente sconfitta subita allo Juventus Stadium col solito strascico di polemiche, si è compreso che ormai ci si deve abituare alla presenza dell’A. S. Roma ai vertici del calcio tricolore e anche di quello europeo. Le prime due giornate di Champion’s League hanno infatti chiarito subito che il ruolo della squadra giallorossa non si ridurrà a quello di semplice spettatrice, come molti avevano un po’ troppo repentinamente profetizzato alla luce del sorteggio che l’ha vista inserita in un girone di fuoco, ma di assoluta protagonista anche nel continente europeo e non sarà certo la pesante sconfitta rimediata in casa col Bayern Monaco a fermare i giallorossi, anzi un bel bagno di umiltà avrà fatto comprendere a Totti e compagni cos’è realmente la Coppa Europea più prestigiosa e sarà di sicuro sprone per il lungo cammino verso il tricolore.

©2014 Pierstefano Durantini

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