[cmsms_row data_padding_bottom=”50″ data_padding_top=”0″ data_overlay_opacity=”50″ data_color_overlay=”#000000″ data_bg_parallax_ratio=”0.5″ data_bg_size=”cover” data_bg_attachment=”scroll” data_bg_repeat=”no-repeat” data_bg_position=”top center” data_bg_color=”#ffffff” data_color=”default” data_padding_right=”3″ data_padding_left=”3″ data_width=”boxed”][cmsms_column data_width=”1/1″][cmsms_image align=”none” animation_delay=”0″]413|http://www.pierstefanodurantini.it/wp-content/uploads/2018/03/IRA_0009-17Teppismo-Elettorale-580×386.jpg|project-masonry-thumb[/cmsms_image][cmsms_text animation_delay=”0″]

Durante la campagna elettorale la lotta tra le varie fazioni può essere dura, a volte anche aspra, ma mai deve superare certi limiti, né sfociare in minacciosi attacchi personali, anonimi o meno. Si tratta di un limite imposto dalla democrazia, oltre che dalle comuni e condivise regole del vivere civile.
Questa foto è stata scattata a Canale Monterano, ma poteva riferirsi a qualunque altro paese del comprensorio sabatino, così come del resto d’Italia.
Deturpare la bacheca di un partito politico non ha nulla a che vedere con lo scontro politico, è la degenerazione violenta del sano e giusto conflitto elettorale, che così sfocia nel becero teppismo di stampo fascista.

©2011 Pierstefano Durantini

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